Considerazioni sullo shutdown americano – e perché Trump ha vinto ancora

Michele Domenicucci |

Negli Stati Uniti è record. Abbiamo assistito al più lungo blocco delle attività amministrative della storia americana, 43 giorni a partire dal 1° ottobre: il record precedente apparteneva alla prima amministrazione Trump ed era durato 35 giorni tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Quest’ultimo, inoltre, detiene il record per il maggior numero di lavoratori coinvolti e per il maggior costo economico (stimati circa 17 miliardi di dollari).  

L’anno fiscale americano inizia il 1° ottobre e termina il 30 settembre: entro quella data il Congresso, che ha il potere esclusivo sul bilancio federale, si deve accordare per approvare il piano di bilancio dell’anno successivo, confermandolo con 60 voti al Senato e la maggioranza semplice alla Camera dei rappresentanti. Fintanto che il piano non viene approvato, larga parte dell’amministrazione, dei servizi federali e in generale tutte le attività governative non essenziali vengono arrestate, congelando la situazione in attesa dei fatidici voti. Lo shutdown è previsto dall’Antideficiency Act, la cui versione attuale è stata emanata nell’1982. 

Il Partito Democratico chiede di estendere i sussidi dell’Affordable Care Act (ACA o Obamacare nel gergo) e rimuovere i tagli al Medicaid, il principale strumento finanziario di aiuto in campo medico sanitario per le famiglie con un basso reddito salariale, ed estendere i crediti d’imposta in particolar modo per l’assicurazione sanitaria. Il Partito Repubblicano di contro, da sempre ostile a queste misure che ritiene assistenziali, non vuole discutere di tali questioni fino alla fine del shutdown, anzi è intento a confermare i tagli per, a sua detta, eliminare gli sprechi nella spesa pubblica. 

I crediti d’imposta, o tax credit, sono uno strumento fiscale per ridurre la quantità di tasse da pagare, il cui principale è il premium tax credit (PTC) che si basa sul reddito annuale familiare. Copre la differenza tra il piano assicurativo Second Lowest Cost Silver Plan (SLCSP), ovvero il secondo piano assicurativo medico più economico dello Stato, e la percentuale di reddito annuale che il governo federale stabilisce che un cittadino dovrebbe pagare per l’assicurazione sanitaria. Di conseguenza, il PTC varia di Stato in Stato1

Prendiamo per esempio una famiglia di tre persone con un reddito di $84.000 annui, e che il governo fissi la quota di spesa massima al 12%, che corrisponde a $10.080 all’anno e $840 al mese. In California il piano SLCSP costa minimo $1.400 al mese; quindi, il PTC che il governo dovrà erogare è di $560 al mese2. In altri Stati l’importo varia: in Florida $591, nello Stato di New York $434, in Texas $541, in Illinois $542. Più economici il New Hampshire con $341, il Minnesota con $363 e il Maryland e il Virginia con $4003. Tutte queste misure sono state temporaneamente bloccate e rischiano di non essere approvate nella legge di bilancio. 

Un altro settore che è stato notevolmente sotto pressione in queste settimane riguarda quello dei benefici SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program), uno dei principali programmi di assistenza alimentare negli Stati Uniti. Emessi dal dipartimento dell’agricoltura USDA ed erogati attraverso una carta elettronica nel circuito EBT (eletronic benefit transfer), i sussidi durano tra i sei e i dodici mesi, riguardano 42 milioni di americani e sono concessi in base al reddito. Durante lo shutdown gli Stati sono stati autorizzati dal governo federale a distribuire solo il 65% dei fondi. 

Conseguenze importanti ci sono state anche per il traffico aereo, con voli nazionali ridotti progressivamente fino al 10%, in un momento cruciale per il settore (a fine novembre, il giorno dopo il Thanksgiving Day è il secondo giorno più trafficato dell’anno per i viaggi aerei). A questi disagi si aggiungono 750.000 dipendenti federali in congedo, più di 1.4 milioni senza stipendio. Che hanno influito molto nelle elezioni per il governatore della Virginia e New Jersey, Stati vicini geograficamente a Washington DC e che presentano un alto numero di dipendenti federali residenti ‘transfrontalieri’, favorendo i dem (elette Abigail Spanberger e Mikie Sherrill). La sconfitta elettorale repubblicana causata dallo shutdown ha inciso in parte alla tornata elettorale anche a New York City, in California e per l’elezione di sindaci di altre grandi città come Atlanta, Minneapolis, Seattle e Boston (anche se sono comunque tradizionalmente democratiche)4

Lunedì 10 novembre, dopo 41 giorni di shutdown, le cose si sono mosse: 52 su 53 senatori repubblicani, 7 democratici e un indipendente (ma caucus con i dem) hanno portato a 60 i voti favorevoli, approvando di fatto la legge di bilancio e terminando l’impasse5. Alla Camera la maggioranza è stata più facile da raggiungere, in quanto è già a maggioranza repubblicana (219 vs 215 + 1 vacante, su 435 seggi totali). Del piano di bilancio se ne è parlato a partire da mercoledì pomeriggio, venendo approvato in serata. Lo stallo è stato superato grazie alla proposta di stanziamento di fondi per finanziare tutte le attività dell’amministrazione fino al 30 gennaio, e fino al 30 settembre per quanto riguarda i dipartimenti di Difesa e Agricoltura (che includono anche i sussidi alimentari). In cambio i senatori Democratici hanno ottenuto dalla maggioranza Repubblicana limitate concessioni sulla possibilità di estendere alcune forme di contrattazione fra lo Stato e le compagnie assicurative per il prezzo delle assicurazioni mediche. Non hanno invece ottenuto concessioni per quanto riguarda l’estensione di alcuni sussidi medici. 

Trump ha parlato di un “very good deal”. “Riapriremo il nostro paese molto velocemente. Non daremo un trilione e mezzo (1.500 miliardi di dollari) a persone che provengono da carceri, gang, a spacciatori di droga che avrebbero usufruito dell’accesso alla sanità e che danneggiano il sistema sanitario nazionale” ha commentato. 

Gavin Newsom, governatore democratico della California, ha definito l’accordo ‘patetico’, criticando i dem che l’hanno accettato e l’hanno votato. Chuck Schumer, leader della Minoranza al Senato, è stato accusato di non essere in grado di gestire il controllo sui senatori democratici al Congresso, mentre per gli otto dem che hanno votato favorevolmente, come il senatore per il Virginia Tim Kaine, si è trattato di una misura necessaria e non più prorogabile, per far terminare lo stallo6. Il rappresentante della minoranza dem alla Camera Hakeem Jeffries ha detto, prima del voto, che si aspetta che il partito si opponga7.  

Per i dem era un’occasione per opporsi a Trump: più che per puntare al rinnovo dei sussidi dell’ACA, utilizzati più come pretesto, era l’occasione di fare forza contro l’autoritarismo rampante del presidente. ACA era considerata la scusa per cui il partito poteva stare unito nell’opposizione. Uno studio fatto dal sondaggista repubblicano Tony Fabrizio8, ha mostrato che lasciare che i tax credits espirino potrebbe essere letale per gli sforzi repubblicani di mantenere la maggioranza alla Camera, dal momento che è un tema molto sentito anche dall’elettorato conservatore e che colpisce maggiormente i red States, in quanto mediamente più poveri. I dem, dunque, stavano facendo un favore ai repubblicani, risolvendo un grande problema che affligge l’elettorato conservatore. Il posticipo di un anno ha solo rinviato il problema, non l’ha risolto. Ma i democratici che hanno votato con i repubblicani pensano che un ulteriore allungamento dello shutdown non causi una capitolazione di Trump, ma che semplicemente causi maggior danno. 

È considerata una sconfitta per il Partito Democratico, che era uscito molto bene dalle elezioni della settimana scorsa e sembrava mostrare una certa opposizione, compatta ed efficace, alla figura di Trump e al GOP e vivere nel ‘momentum’, nello slancio. I dem, invece, hanno ceduto. E questo, nonostante il popolo americano supportava tale mossa in grande maggioranza. Erano infatti i repubblicani a essere visti male per lo shutdown, di cui erano incolpati (52% contro il 42% che incolpava i dem; l’indice di gradimento di Trump prima dell’accordo era sceso per la prima volta sotto i 40 punti, secondo NBC9), ma hanno avuto il vantaggio di non cedere, facendo un gioco di forza che hanno vinto: non voteranno sul rinvio della scadenza di aiuti medici che coinvolgono 24 mln di cittadini. Secondo l’analista politico Eric Ham della BBC ed Ezra Klein del NYT lo shutdown si ripresenterà a gennaio, quando scadrà il primo rinvio di scadenza dei sussidi; inoltre, la figura di Schumer uscirà molto indebolita da tutto ciò per gli evidenti dissidi interni al partito10.  

Secondo Scott Lucas, professore di American studies presso il Clinton Institute, University College Dublin, “in politica, a volte i politici riconoscono la sofferenza che è stata inflitta: l’amministrazione Trump ha dimostrato di essere disposta a infliggere molte sofferenze al popolo americano con uno shutdown a tempo indefinito, ha sfidato ordinanze dei tribunali nel continuare l’assistenza alimentare su cui fanno affidamento 40 milioni di americani”. Per questo motivo gli otto senatori democratici hanno votato per sbloccare la situazione. Ma non crede che verranno considerati i responsabili dello shutdown, tanto quanto i repubblicani quando, tra qualche mese, i cittadini vedranno impennarsi i costi medici. La sfida nell’immediato futuro per i dem, già dai prossimi giorni, sarà comunque ricompattare il partito, superando le fratture interne sorte da questo episodio.  

Per Boris Vormann, analista politico e direttore della sezione politica al Bard College di Berlino, anche il GOP ha dovuto rinunciare ad alcune delle sue richieste: eliminare, se non ridurre pesantemente, l’impatto del Government Accountability Office; a dicembre, inoltre, ci sarà comunque il voto sull’estensione dei tax credit11.  

Cosa possiamo trarre da tutto ciò? Il Partito Democratico ne esce sconfitto, nonostante buone aspettative prima del voto, segno che non è pienamente organizzato e non si è ripreso come opposizione solida. Il Grand Old Party ha puntato al braccio di ferro sperando di vincere la partita nel lungo periodo, non proponendo misure comuni o instaurando le trattative e incolpando i dem dei disagi causati dallo shutdown. Trump si è preso una rivincita dopo le recenti elezioni che sono andate male, dimostrando che può fare quello che vuole e accusando i dem (anche se l’opinione pubblica dice il contrario). I democratici, inoltre, hanno appena mostrato a Trump che si piegheranno sotto pressioni in situazioni simili. È questo il tipo di lezione che si ricorderà. 

Una situazione che rientra nella retorica anti-welfare dei partiti conservatori di tutto il mondo, in primis del Partito Repubblicano statunitense, e nel progetto trumpiano di tagliare fondi statali e federali per alleggerire le spese nazionali e conseguentemente contrastare le minoranze, statisticamente più colpite dalle diseguaglianze economiche e sociali. Il contesto americano, dunque, rimane sempre molto polarizzato e spaccato in due, alimentato dalla retorica trumpiana e dal tentativo, da parte di entrambi i partiti, di addossare la colpa dello shutdown e delle devastanti conseguenze agli avversari politici. 

  1. https://www.healthcare.gov/tax-tool/#/premium-tax-credit ↩︎
  2. https://www.coveredca.com/health/coverage-levels/silver/ ↩︎
  3. https://www.kff.org/affordable-care-act/state-indicator/average-monthly-advance-premium-tax-credit-aptc/?currentTimeframe=0&sortModel=%7B%22colld%22:%22Average%20Monthly%20Advanced%20Premi ↩︎
  4. https://www.nytimes.com/2025/11/05/us/trump-shutdown-republicans-election-day.html ↩︎
  5. https://www.bbc.com/news/articles/cj41pgpk0wgo ↩︎
  6. https://www.ilpost.it/2025/11/11/democratici-fine-shutdown-polemiche/ ↩︎
  7. https://edition.cnn.com/politics/live-news/government-shutdown-snap-flights-senate-11-10-25 ↩︎
  8. https://fabrizioward.com/wp-content/uploads/2025/07/pup-tcd-tax-credit-survey-memo.pdf ↩︎
  9. https://www.nbcnews.com/politics/trump-administration/poll-republicans-shutdown-blame-signs-voter-irritation-both-parties-rcna240552 ↩︎
  10. https://www.nytimes.com/2025/11/10/opinion/government-shutdown-democrats-republicans.html ↩︎
  11. https://www.youtube.com/watch?v=b4HLglPFTAQ ↩︎

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