CRISTIAN MORELLI | Non sono passati tre mesi che la nuova amministrazione democratica americana ha già confermato molte delle policy dell’ex Presidente Trump: nessun ripensamento verso gli enormi vantaggi offerti allo Stato di Israele, massima pressione sull’Iran per la questione nucleare e sulla Cina per la questione commerciale. Notoriamente nel passaggio di consegne da un Presidente all’altro la politica estera non subisce quasi alcun effetto, e di fatti è possibile notare la stessa cosa anche adesso. Quali sono le convenienze geopolitiche degli USA per mantenere ciò che è già stato creato? E ciò come impatterà sul futuro della propria strategia geopolitica nei prossimi quattro anni?
Come perdere un’elezione presidenziale
ANGELICA MARCANTONE | Manca davvero poco al 20 gennaio 2020 e Donald Trump cavalca l’onda della cospirazione. Sebbene il Election Day sia ormai lontano, il tycoon non si è ancora deciso a concedere la vittoria al neo presidente eletto. Fonti di stampa riferiscono che stia ancora cercando di convincere i deputati dei congressi dei diversi Stati in cui non ha raggiunto la maggioranza a non certificare la vittoria a Joe Biden e a nominare dei grandi elettori disposti a votarlo. Il Washington Post ha parlato espressamente di «an unprecedented subversion of democracy», mentre il New York Times ne ha definito la strategia come «una notevole intrusione nella politica locale».