Elezioni in Libano: le fragilità del Paese e i possibili scenari futuri

REBECCA ROMAGNOLI | Le ultime elezioni parlamentari hanno acceso in Libano una speranza rinnovata per il tanto atteso cambiamento politico strutturale, senza tuttavia far sperare in una concreta e funzionale alternativa. Quello che si apre davanti al “Paese dei Cedri”, colpito da una crisi eterogenea e disastrosa, sarà potenzialmente un futuro politico complesso, faticoso e incerto.

L’alleanza tra Russia e Iran è meno forte di quello che può sembrare

DIEGO GAROFALO MCBRITTON | Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una intensificazione dei rapporti bilaterali tra Teheran e Mosca, tant’è che l’Iran è stato uno dei primi Paesi che ha dichiarato il proprio supporto all’invasione dell’Ucraina da parte russa. Nonostante ciò, il raggiungimento di un nuovo accordo sul nucleare è la priorità per l’Iran e quindi il successo, o il fallimento, dei negoziati di Vienna sarà uno spartiacque per la politica estera iraniana.

La politica estera turca negli ultimi venti anni – Intervista a Federico Donelli a cura di Vanni Rosini

Negli ultimi venti anni, la politica estera turca è andata incontro ad un processo di ridefinizione nell’ambito del passaggio da una West-oriented policy ad una multi-oriented policy. Con Federico Donelli – ricercatore postdoc in Relazioni Internazionali presso l’Università di Genova – tenteremo di tracciare una panoramica della politica estera turca nelle ultime due decadi, concentrandoci sul contesto mediorientale e africano.

La questione della “Legge fondamentale: Israele quale stato-nazione del popolo ebraico” nella formazione del nuovo governo

REBECCA ROMAGNOLI | La campagna elettorale, il successo politico del Ra’am e le consultazioni per la formazione del nuovo governo israeliano hanno costituito un terreno fertile per tornare a discutere della “Legge fondamentale: Israele quale stato-nazione del popolo ebraico”, dei diritti civili e dello status socio-economico della minoranza araba di Israele.

L’idea di mondo musulmano: realtà o illusione geopolitica?

VANNI ROSINI | L’idea di mondo musulmano inteso come entità culturale, religiosa e geopolitica coesa e organica al proprio interno dà forma a studi, pubblicazioni e discorsi di leader politici. Questa idea, strutturatasi nell’età della globalizzazione imperiale del XIX secolo, si è articolata seguendo un processo alterno e contraddittorio che ha progressivamente rivelato la sua illusoria natura di repertorio di simboli e discorsi contingenti, incapaci di incidere significativamente sul piano geopolitico e strategico.

La politica estera della Turchia dal kemalismo al neo-ottomanesimo

CHIARA CORRADI | L’azione estera turca nella regione mediterranea e medio-orientale sorprende per l’inedita assertività e, soprattutto, perché rischia di alienare il paese dagli alleati occidentali e di isolarlo vis-à-vis gli altri attori dell’area. Il cambiamento di rotta turco però non è casuale né risponde a velleità particolari di Erdogan, ma fa parte di una visione strategica più ampia. La Turchia sogna di riacquistare un peso internazionale in un mondo oggi caotico, multipolare e molto diverso da quel che era alla fine della Guerra Fredda.

La ricostruzione in Siria – Intervista a Lorenzo Trombetta a cura di Beatrice Gori

Il 15 marzo 2021 ricorre il decimo anniversario dall’inizio delle proteste contro il regime di Bashar al-Assad e lo scoppio della guerra. Il conflitto non è oggi ancora concluso e la Siria vede sul suo territorio la presenza di numerose forze statuali e non statuali. Con Lorenzo Trombetta - corrispondente da Beirut per ANSA e collaboratore di Limes, Rivista Italiana di Geopolitica - cerchiamo di capire cosa significa parlare di ricostruzione in Siria e quali sono le principali criticità da considerare.

Curdi contro tutti: la difficile sopravvivenza del Confederalismo Democratico nel Rojava

PAOLA GIANNETTI | La sconfitta di Daesh nel 2017 e l’avvento di Trump alla Casa Bianca ha portato gli Stati Uniti a ridefinire la propria strategia in Siria. L’annuncio del ritiro delle truppe americane è arrivato nel 2019 e ha rappresentato il semaforo verde all’operazione turca “Sorgente di pace”. Ciò ha permesso la costruzione di una safe zone lungo il confine turco-siriano utile a Erdoğan per ragioni di sicurezza nazionale e prestigio. A più di un anno dall’offensiva nel nord-est della Siria, tutte quelle zone sono occupate dall’esercito regolare turco e dalle milizie jihadiste alleate e rischiano di mettere fine in modo definitivo all’esperienza rivoluzionaria del Confederalismo Democratico del Rojava.

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