LELIO ANTONIO DEGANUTTI | Il Libano da circa due anni sta attraversando la sua più grave crisi economica dalla fine della guerra civile conclusasi nel 1990. Difatti, nel marzo 2020 per la prima volta nella storia del Paese fu dichiarato il default finanziario causato dall’insolvenza dello Stato libanese verso i creditori esteri[i]. Questa situazione è esponenzialmente peggiorata a partire dall’agosto 2020, con l’esplosione nel porto di Beirut, che ha portato alle dimissioni del Primo Ministro Hassan Diab (vicino al partito degli Hezbollah) e a una conseguente crisi politica ad oggi irrisolta. Ad aggravare il tutto hanno contribuito altri due fattori di non poca rilevanza: i profughi siriani e lo scoppio della pandemia. Secondo le stime ufficiali[ii] il Libano conta circa un milione e mezzo di profughi, dislocati in tendopoli sempre affollate dove iniziano a mancare i beni di prima necessità. È evidente che in uno Stato con un territorio equivalente a metà della Toscana e con una popolazione che non arriva a cinque milioni di persone, il fattore profughi possa diventare un problema nel lungo periodo. Si aggiunge a tutto ciò la diffusione del Covid che ha acuito i già presenti dissapori tra popolazione ospitante e ospitata soprattutto in merito all’approvvigionamento dei medicinali necessari che spesso vengono comprati sul mercato nero. Nell’arco temporale che va da metà 2020 ad oggi il potere di acquisto della lira libanese è diminuito dell’80%, il che sta a dire che uno stipendio di 1200 euro oggi ne varrebbe soltanto 250[iii].

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Anche i servizi essenziali, quali l’erogazione dell’energia elettrica e della benzina, stanno subendo forti contrazioni. Se l’elettricità viene centellinata[iv] per mancanza di combustibile nelle centrali elettriche, la distribuzione della benzina ha subito delle forti limitazioni andando di fatto a limitare i trasporti di persone e di merci. Per queste concomitanti motivazioni le proteste[v] della popolazione contro l’attuale Presidente Michel Aoun stanno diventando sempre più dure; esse vengono incalzate soprattutto dalle roboanti dichiarazioni del Segretario del partito sciita degli Hezbollah[vi], Hassan Nasrallah, che non ha tardato a farsi sentire in merito alla crisi. “Noi Hezbollah siamo pronti ad andare in Iran e a negoziare con il governo iraniano (…) Compreremo delle navi cariche di benzina e combustile domestico e li porteremo al porto di Beirut”[vii]. Il partito di Dio (traduzione di Hezbollah), che attualmente gode di elevati consensi tra la popolazione libanese, è sempre stato un ponte con la Repubblica dell’Iran, non esclusivamente per la particolare affinità confessionale ma anche per una più ampia collaborazione economica tra le parti che travalica il credo religioso. Da sempre a favore di un’economia indipendente dalle logiche della finanza internazionale, il partito degli Hezbollah ha cercato fin dalla sua nascita nei primi anni Ottanta di testimoniare attivamente la propria vocazione sociale, super confessionale e super religiosa contribuendo alla costruzione di scuole, ospedali e strutture abitative. Difatti Hezbollah gestisce una serie di scuole primarie e secondarie con un sistema di tassazione molto vantaggioso rispetto alla maggior parte delle scuole libanesi. Il partito procura inoltre un’assicurazione sanitaria ai meno abbienti sostituendosi sostanzialmente allo Stato; alcuni rapporti[viii] sostengono che esso riesca a fornire questi servizi al 10% della popolazione libanese. Per di più, Hezbollah favorisce la ricostruzione di strutture edilizie bombardate dai raid israeliani. A tal riguardo molto prolifica risulta essere la fondazione Jihad al Bina, incaricata anche di gestire i flussi della popolazione in seguito a bombardamenti o guerre.
Anche durante quest’ultima crisi economica gli esponenti di Hezbollah hanno cercato in tutti i modi di opporsi ai tentativi del Fondo Monetario Internazionale di immettere liquidità nel tessuto socioeconomico libanese, temendo eventuali ricatti politici di quest’ultimo. Nel frattempo, per controbilanciare gli effetti nefasti della crisi economica, Hezbollah ha aperto una serie di supermercati e depositi di petrolio soprattutto nel Sud del Libano, dove la popolazione può comprare beni di prima necessità pagandoli fino al 50% in meno. I pagamenti vengono effettuati tramite una carta speciale chiamata al-Sajjad, dal nome del quarto Imam sciita Zayn Al-Abidin[ix].
In conclusione, la situazione libanese attuale è fortemente in bilico e a rischio. Se nei prossimi mesi non vi fosse la possibilità di formare un governo di unità nazionale, potrebbe scoppiare un’ennesima guerra civile, in un contesto geopolitico diverso di quello di qualche decade fa.
[i] Il debito pubblico del Libano corrisponde al 150 % del PIL nazionale (87 miliardi di dollari) ed è il terzo al mondo dopo quello della Grecia e del Giappone: https://www.money.it/debito-pubblico-piu-alto-classifica-paesi-Italia-FMI
[ii] https://www.agensir.it/mondo/2021/04/12/il-limbo-dei-rifugiati-siriani-in-libano-e-giordania-ma-ora-emigrano-anche-i-libanesi/
[iii] https://formiche.net/2021/03/libano-orlo-default-crisi/
[iv] Ultimamente la compagnia turca Karadeniz Holding ha sospeso l’erogazione di energia elettrica al Libano a causa della mancanza di pagamenti: https://www.e-gazette.it/sezione/elettricita/energia-elettrica-black-out-turchia-sospende-fornitura-libano
[v] https://it.euronews.com/2021/03/28/la-lira-libanese-non-vale-piu-niente-protesta-a-beirut
[vi] Considerati terroristi da: Usa, Israele, Australia e Canada, Germania lega araba e Gulf Cooperation Council, ma non dall’Unione Europea che pur condannando l’ala militare del partito tollera quella politica: https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/04/30/hezbollah-viene-definita-organizzazione-terroristica-dalla-germania/
[vii] https://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/libano/2021/06/09/libano-crisi-le-stazioni-di-benzina-verso-la-chiusura_8dc19f2e-3ec3-4b44-8095-4709cb2982c6.html
[viii] Bossi Emanuele, Analisi e ruolo di Hezbollah negli assetti geostrategici dell’area mediorientale [tesi di dottorato]. Trieste: Università degli Studi di Trieste, 2010.
[ix] https://parstoday.com/it/news/middle_east-i249266-libano_hezbollah_avvia_un%E2%80%99economia_di_resistenza
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