Focus Cina #5: Cent’anni dalla fondazione del Partito Comunista Cinese tra possibili cambi di leadership e dibattiti interni

GIANMARCO RABANI | Sono passati esattamente cento anni da quando a Shangai, il primo luglio del 1921, fu fondato il Partito Comunista Cinese (PCC). Si tratta dell’istituzione politica più influente della storia politica della Cina nel XX secolo, ed è destinata a segnare gran parte anche di quello attuale.

Si parla di un partito che ha affrontato un cammino lungo e tortuoso, inizialmente composto da intellettuali e quadri dell’esercito provenienti dal mondo contadino, che riuscirono a trascinare quello stesso mondo alla Rivoluzione e alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. Con l’evoluzione economica e industriale della Cina è riuscito ad arrivare a circa 90 milioni di iscritti[i], frutto di un allargamento sempre più diffuso tra i vari strati della popolazione, dall’entrata degli operai a quella dei capitalisti nei primi 2000 con la Dottrina delle Tre Rappresentanze di Jiang Zemin[ii]. Con l’ascesa ai vertici dell’attuale Presidente Xi Jinping, la leadership diventa sempre più accentrata e la classe media si fa sempre più protagonista di questa fase storica riguardante il PCC.

Si tratta di un partito che annovera tra le sue caratteristiche principali, quello di non essere mai stato un partito dogmatico dal punto di vista ideologico, che si è sempre saputo adattare ai cambiamenti sociali, un punto di forza incredibilmente sottovalutato dalla maggior parte del mondo occidentale.

Ad ogni modo, dal punto di vista ideologico interno, il Socialismo con Caratteristiche Cinesi[iii] continua ad essere la principale dottrina utilizzata.

Un altro elemento essenziale che ha caratterizzato questi primi cento anni del Partito Comunista Cinese, che rimane per struttura e funzionamento un partito leninista[iv], è l’aver assicurato delle transizioni di leadership ordinate a partire dal periodo di Deng Xiaoping[v], che ha saputo istituzionalizzarle garantendo passaggi di consegne senza che si verificasse alcuna lotta di potere.

Con Xi Jinping la tendenza sta cambiando: durante il diciannovesimo Congresso del PCC nel 2017 non si è presentato con un erede designato, dunque al termine del suo secondo mandato quinquennale ci sarà ancora lui.

Se anche al prossimo, nell’autunno 2022, si verificasse la medesima situazione, si tornerebbe non soltanto all’ uomo forte, ma anche all’uomo solo al comando, contesto di memoria maoista.

Uno scenario del genere potrebbe provocare un enorme vuoto, con tutti i problemi che questo può comportare, scatenando lotte di potere che per la seconda potenza economica mondiale[vi] avrebbe delle conseguenze non poco rilevanti, sia a livello interno che internazionale[vii].

Ѐ possibile che Xi non voglia nominare un successore viste le recenti modifiche alla Costituzione del 2018? Momentaneamente sì, ma presto dovrà farlo inevitabilmente, poiché sarà essenziale per la longevità e la sopravvivenza del PCC.

Nel mentre ci si interroga su una possibile, seppur difficile, nuova leadership, il dibattito interno al Partito continua, con schieramenti di varia natura.

In primo luogo, vi è un dibattito di natura fortemente ideologica, quello tra populisti ed elitisti[viii], con i primi che non guardano con molto favore alle riforme di mercato, convinti che possano erodere il potere statale; i secondi accolgono di buon grado la progressiva apertura al mercato.

Da annoverare tra le file dei populisti, la corrente dei neomaoisti, marxisti ortodossi nostalgici dell’epoca di Mao Zedong.

La seconda spaccatura è più in ottica economica e riguarda i pareri favorevoli o contrari al progetto della Belt and road initiative[ix], un grande spreco di denaro pubblico, e sarebbero più favorevoli ad investimenti assistenziali dal punto di vista interno alla Cina.

Possiamo infine individuare altre divisioni derivanti dalla leadership dei vari attori protagonisti del sistema politico cinese. Ogni personalità di spicco incarnerebbe una sorta di corrente formata da fedeli e fedelissimi in grado di influenzare il processo politico. Quindi accanto alla corrente dell’attuale leader Xi Jinping, esisterebbero le correnti di Jiang Zeming e Hu Jintao[x], entrambi ex presidenti cinesi. La prima corrente è di matrice elitista ed ha come sede geografica Shangai, mentre la seconda è da annoverare nella fazione populista, e vi rientrano i cosiddetti tuanpai, membri della Lega della gioventù comunista, principale organizzazione giovanile della Repubblica Popolare Cinese. Gli analisti come Cheng Li nel suo “Chinese politics in the Xi Jinping Era” (Brooking Institute Press, 2016), evidenziano il ruolo della corrente di Hu Jintao, la quale incarnerebbe un’importante forza decisionale e potrebbe essere in grado di designare l’eventuale prossimo leader del futuro: Hu Chunhua, l’attuale vicepresidente.

Indipendentemente da chi sarà il nuovo leader della Repubblica Popolare Cinese e Segretario del PCC nel 2023, avrà davanti a sé una missione difficile, che porterà il Paese in un periodo dove le riforme dovranno accelerare e le disuguaglianze dovranno essere affrontate, mentre la crescita economica rallenterà, i problemi del debito continueranno a tormentare l’economia, l’ambiente esterno diventerà più duro e, soprattutto, si intensificherà la reazione dell’opinione pubblica e dell’élite a pochi anni dalle modifiche costituzionali. Quello che una volta era un risultato prevedibile, l’identità del prossimo premier, ora è diventato un indovinello nella nuova era.

SITOGRAFIA

Cindia speciale – intervista a Michelangelo Cocco sul centenario della nascita del Partito Comunista Cinese, 3 giugno 2021 http://www.radioradicale.it/scheda/638847/cindia-speciale-intervista-a-michelangelo-cocco-sul-centenario-della-nascita-del

Federico Giuliani, Correnti e divisioni: ecco il “cuore decisionale” del Partito Comunista Cinese, 30 maggio 2021 https://it.insideover.com/politica/correnti-e-divisioni-ecco-il-cuore-decisionale-del-partito-comunista-cinese.html

Luigi Medici, Cina: si è aperta la corsa alla successione di Xi Jinping, 7 agosto 2020 https://www.agcnews.eu/cina-si-e-aperta-la-corsa-alla-successione-di-xi-jinping/

Filippo Santelli, Cina, approvata la riforma della Costituzione: Xi Jinping presidente a vita, 11 marzo 2018 https://www.repubblica.it/esteri/2018/03/11/news/cina_xi_jinping_limite_mandati_presidenziali-190979677/

Wang He, Chi sarà il successore del leader cinese Xi Jinping? 22 ottobre 2020 https://www.epochtimes.it/news/successore-leader-cinese-xi-jinping/

Simone Pieranni, Il ritorno dei Tuanpai nell’orizzonte di Xi, 25 giugno 2020 https://ilmanifesto.it/il-ritorno-dei-tuanpai-nellorizzonte-di-xi/


[i] Il secondo partito con più iscritti al mondo, poiché il primo è il Bharatiya Janata Party, attualmente al governo in India con 180 milioni di iscritti. Maggiori approfondimenti https://www.deccanherald.com/amp/national/national-politics/bjp-membership-crosses-a-whopping-17-crore-mark-761887.html?__twitter_impression=true

[ii] Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 1993 al 2003, ideologo della stessa ideologia. Le connotazioni dell’importante ideologia delle “Tre Rappresentanze” sono che il Partito Comunista Cinese rappresenta sempre la richiesta dello sviluppo delle forze di produzione sociale dell’avanguardia del Paese, l’orientamento avanzato della cultura d’avanguardia e gli interessi fondamentali della maggior parte della popolazione cinese. Per approfondire http://italian.cri.cn/441/2007/09/07/42@90396.htm

[iii] L’espressione “socialismo con caratteristiche cinesi” fu coniata nel 1982 da Deng Xiaoping, durante il XII Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC). il socialismo con caratteristiche cinesi viene inaugurato nella seconda metà degli anni Settanta sotto Deng Xiaoping, che apre la Cina al mondo esterno, permettendo all’economia di crescere ma mantenendola sempre sotto il controllo politico dello Stato.  L’ampio corpus di concetti che compone il “socialismo con caratteristiche cinesi” è sintetizzabile in due insiemi: i “concetti fondamentali” ascrivibili alla “Teoria di Deng Xiaoping”; le “implementazioni successive” ascrivibili ai suoi successori, in particolare Hu Jintao e Xi Jinping. Per approfondire https://www.geopolitica.info/cose-il-socialismo-con-caratteristiche-cinesi/

[iv] https://www.lordinenuovo.it/2020/04/21/il-metodo-di-lenin-nella-costruzione-del-partito-rivoluzionario/

[v] Ibidem

[vi] Cfr https://www.imf.org/en/Publications/SPROLLs/world-economic-outlook-databases#sort=%40imfdate%20descending

[vii] Ibidem, vedi Belt and Road Initiative

[viii] https://it.insideover.com/politica/correnti-interne-e-pressing-usa-il-partito-comunista-cinese-e-sotto-pressione.html

[ix] Progetto cinese di una Via della Seta in chiave contemporanea destinata a collegare l’Asia all’Europa e all’Africa, ma soprattutto a mettere la Cina moderna al centro dei traffici e a ridisegnare di conseguenza gli equilibri economici e geopolitici mondiali.  Per un maggiore approfondimento https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/03/22/la-nuova-via-della-seta-una-maxi-rete-asia-europa_a8da5959-6bd9-4a0c-b9cb-3d5f064b2877.html

[x] Predecessore di Xi Jinping, per approfondire vedi https://www.treccani.it/enciclopedia/jintao-hu

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