PAOLA GIANNETTI | A causa dell’invasione militare russa in Ucraina, il difficile equilibrio diplomatico del Presidente Erdogan potrebbe tradursi in un vero e proprio disastro geopolitico. Con la NATO a ovest e la Russia a est, quanto accaduto lo scorso 24 febbraio presenta il conto alla politica ambivalente della Turchia.
La politica estera turca negli ultimi venti anni – Intervista a Federico Donelli a cura di Vanni Rosini
Negli ultimi venti anni, la politica estera turca è andata incontro ad un processo di ridefinizione nell’ambito del passaggio da una West-oriented policy ad una multi-oriented policy. Con Federico Donelli – ricercatore postdoc in Relazioni Internazionali presso l’Università di Genova – tenteremo di tracciare una panoramica della politica estera turca nelle ultime due decadi, concentrandoci sul contesto mediorientale e africano.
La politica estera della Turchia dal kemalismo al neo-ottomanesimo
CHIARA CORRADI | L’azione estera turca nella regione mediterranea e medio-orientale sorprende per l’inedita assertività e, soprattutto, perché rischia di alienare il paese dagli alleati occidentali e di isolarlo vis-à-vis gli altri attori dell’area. Il cambiamento di rotta turco però non è casuale né risponde a velleità particolari di Erdogan, ma fa parte di una visione strategica più ampia. La Turchia sogna di riacquistare un peso internazionale in un mondo oggi caotico, multipolare e molto diverso da quel che era alla fine della Guerra Fredda.
Curdi contro tutti: la difficile sopravvivenza del Confederalismo Democratico nel Rojava
PAOLA GIANNETTI | La sconfitta di Daesh nel 2017 e l’avvento di Trump alla Casa Bianca ha portato gli Stati Uniti a ridefinire la propria strategia in Siria. L’annuncio del ritiro delle truppe americane è arrivato nel 2019 e ha rappresentato il semaforo verde all’operazione turca “Sorgente di pace”. Ciò ha permesso la costruzione di una safe zone lungo il confine turco-siriano utile a Erdoğan per ragioni di sicurezza nazionale e prestigio. A più di un anno dall’offensiva nel nord-est della Siria, tutte quelle zone sono occupate dall’esercito regolare turco e dalle milizie jihadiste alleate e rischiano di mettere fine in modo definitivo all’esperienza rivoluzionaria del Confederalismo Democratico del Rojava.
La conversione di Santa Sofia come rappresentazione della nuova Turchia secondo Erdoğan: svolta verso Oriente?
BEATRICE GORI | Il 9 luglio 2020 il Consiglio di Stato turco ha revocato dopo più di ottanta anni lo status di museo alla basilica sconsacrata di Santa Sofia trasformandola in moschea. La conversione fornisce una rappresentazione del processo di mutamento in direzione islamico-panturca che la Turchia sta attraversando sia sul piano interno sia su quello delle relazioni internazionali. Con l’adozione di una strategia muscolare nel Mediterraneo allargato e il tentativo di imporsi come leadership dell’area mediorientale sunnita, Erdoğan prova a spaventare i paesi occidentali. Tuttavia, non è chiaro quanto Ankara voglia irrimediabilmente rompere con gli alleati NATO e quanto invece non si limiti a semplici provocazioni mosse da strategia e opportunismo.