PAOLA GIANNETTI | In seguito allo scoppio delle Primavere Arabe, la politica estera della Turchia è diventata sempre più interventista. Partendo dai concetti di Profondità strategica e di Patria blu[i], gli intenti espansionistici del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si proiettano sugli Stati balcanici ad ovest, su quelli dell’Asia centrale ad est, sugli stati litorali del Mar Nero a nord e di recente anche sul continente africano[ii]. L’obiettivo principale è quello di estendere la propria influenza regionale alternando l’utilizzo di strumenti di soft power e hard power.
Tuttavia, il marcato attivismo di Ankara nello spazio ex sovietico si scontra con gli interessi di Mosca, poiché entrambe le potenze ambiscono a un ruolo più rilevante sullo scenario mondiale. Siria, Libia e il Caucaso meridionale rappresentano le maggiori aree di tensione, ma, nonostante gli obiettivi strategici contrapposti, entrambi i Paesi concordano sull’importanza di mantenere relazioni collaborative[iii]. È noto, infatti, che le relazioni russo-turche siano caratterizzate da una cooperazione competitiva visti i reciproci interessi soprattutto in campo energetico[iv]. L’8 gennaio 2020 il Presidente Erdogan e il suo omologo Putin hanno inaugurato il gasdotto Turkstream che attraversa il Mar Nero per collegare le risorse energetiche russe alla Turchia e all’Europa centrale. Secondo la stampa ucraina però, tale progetto è una strategia messa in atto da Mosca per limitare il passaggio di gas attraverso l’Ucraina e privarla delle tariffe di transito[v]. Inoltre, negli ultimi anni la cooperazione russo-turca ha incluso anche il settore della difesa, con l’installazione di missili russi a lunga gittata S-400 sul territorio turco, rendendo ancora più tesi i rapporti con l’Occidente[vi]. Quella tra i due Stati è una relazione asimmetrica, in cui Mosca è in una posizione di superiorità rispetto ad Ankara. Si tratta di un’asimmetria che la Turchia cerca di bilanciare attraverso accordi bilaterali con Stati terzi, tra questi proprio l’Ucraina, principale partner militare della Turchia. Ciononostante, i rapporti con Kiev mal si conciliano con la partnership russo-turca. Infatti, nel 2014 Erdogan si rifiutò di riconoscere l’annessione russa della Crimea e, più recentemente, la vendita di droni armati turchi, usati per la prima volta dall’esercito ucraino nell’ottobre scorso contro i separatisti in Donbass, hanno suscitato reazioni ostili da parte di Putin[vii].
Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina lo scorso 24 febbraio, la posizione della Turchia è diventata sempre più scomoda. Per allentare le tensioni tra le parti, già a dicembre 2021 Ankara si era offerta come mediatrice, consapevole che un conflitto avrebbe avuto delle pesanti ripercussioni sia sul piano interno sia su quello internazionale. L’economia turca, in crisi già dal 2018, ha bisogno di contanti esteri e di energia a basso costo, ma le sanzioni occidentali contro la Russia sembrano incrinare questa prospettiva[viii]. Inoltre, l’integrità ucraina rappresenta un imperativo strategico per la politica espansionistica di Ankara. L’unità territoriale di Kiev contribuisce a limitare l’influenza russa nella regione e ne impedisce il controllo nel Mar Nero fino agli Stretti[ix]. Quindi, se da un lato per la Turchia la difesa di Kiev è necessaria, dall’altro è fondamentale non deteriorare i rapporti con Mosca. Questo è il motivo che spiega perché la Turchia si è espressa negativamente sull’invasione russa. Al tempo stesso però, Erdogan ha mostrato reticenze per la proposta dell’ambasciatore ucraino in Turchia Bodnar sulla chiusura del passaggio delle navi da guerra russe nel Mar Nero[x].
In questo senso, l’ambiguità turca potrebbe compromettere la rete di relazioni costruita in questi anni sia con la Russia che con l’Ucraina. Inoltre, in quanto membro NATO, la Turchia deve tener conto anche dei suoi alleati occidentali. Il Rapporto NATO 2030 indica la Russia come principale minaccia e chiede ai membri dell’Alleanza di adottare tutte le misure necessarie per contrastarla. Sebbene la Turchia sia stata sanzionata in seguito all’acquisto del sistema missilistico S-400, per gli Stati Uniti e per la NATO essa rappresenta ancora un partner fondamentale per garantire la sicurezza dell’Alleanza[xi]. Dal canto suo, anche la Turchia riconosce l’importanza di rimanere all’interno dell’Organizzazione poiché le permette di bilanciare il rapporto di interdipendenza asimmetrica con la Russia. Ad oggi, il conflitto tra Ucraina e Russia dimostra come la Turchia non faccia quanto necessario per scoraggiare Mosca, impedendo così un’azione transatlantica unificata contro l’invasione[xii]. Le pressioni sia da ovest che da est rappresentano dunque la più grande sfida di Erdogan, alla quale potrebbe non essere in grado di reagire[xiii].
[i] Profondità strategica e Patria blu sono due teorie strategiche della politica estera turca. La prima, di stampo neo-ottomano, prevede di recuperare l’influenza sui territori dell’ex Impero ottomano. La seconda mira a restituire alla Turchia il ruolo di potenza marittima e garantire la propria forza navale dal Mediterraneo al Mar arabico. Del Monte F. “Dalla Profondità strategica alla Patria blu: l’evoluzione del pensiero strategico turco”. Geopolitica.info.
[ii] Albanese A. “Turchia. Ecco la politica di Erdogan dall’Ucraina ai Balcani”. 23 dicembre 2021. https://www.agcnews.eu.
[iii] Pallard C. “La cooperazione competitiva tra Russia e Turchia”. 4 ottobre 2021. East Journal.
[iv] Talbot V. “Nuovo protagonismo della Turchia nello scacchiere regionale”. 6 novembre 2020. http://www.ispionline.it.
[v] Peverieri A. “TurkStream: Serbia e Ungheria annunciano il completamento del gasdotto”. 5 luglio 2021. http://www.sicurezzainternazionale.luiss.it.
[vi] “S-400: i missili della discordia”. Istituto affari internazionali.
[vii] Cecinini S. “Turchia e Ucraina produrranno droni di nuova generazione”. 14 dicembre 2021. http://www.sicurezzainternazionale.luiss.it.
[viii] “Turkey’s rapprochement with Russia may not survive the war in Ukraine”. 26 febbraio 2022. The Economist.
[ix] Giustino M. “Erdogan, amico dell’Ucraina, fa il giocoliere tra Russia e Usa”. 8 febbraio 2022. Huffpost.
[x] Osterlund P. B.“Erdogan: Russia attack on Ukraine ‘heavy blow’ to regional peace”. 24 febbraio 2022. Al-Jazeera.
[xi] Giustino M. “La Turchia torna contesa terra di frontiera fra Nato e Russia”. 24 marzo 2021. Huffpost.
[xii] Kemal Kirişci. “Can the Russia-Ukraine crisis offer an opportunity to re-anchor Turkey in NATO?”. 16 febbraio 2022. Brookings.
[xiii] Aydıntaşbaş A. “War in Ukraine: Erdogan’s greatest challenge yet”. 14 gennaio 2022. European Council on Foreign Relations.
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