Spesa europea e lotta al terrorismo

L’impatto del terrorismo sull’economia mondiale vale circa 84 miliardi di dollari nel 2016, dopo aver raggiunto lo storico record di 104 nel 2014 come emerge nell’ultima edizione del Global Terrorism Index[1]. Sono cifre importanti che spingono gli stati impegnati nel contrastare tale fenomeno a fare i conti anche con il “fardello” economico che ne deriva e che inevitabilmente incide sul bilancio pubblico. L’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno etichettato la lotta al terrorismo come priorità di politica interna e di sicurezza, ma quanto costa ai cittadini europei questo impegno?

Ripercorrendo brevemente gli sviluppi della politica comunitaria di sicurezza, si può notare che la questione terroristica inizia ad acquisire rilevanza a partire dall’inizio del Nuovo Millennio. Il primo campanello di allarme è suonato dall’altra parte dell’Atlantico in seguito agli attacchi del 11/09: mentre Washington siglava il Patriot Act, facendo salire il budget per la difesa e sicurezza alle stelle, all’interno dei palazzi dell’Unione Europea iniziava il lungo dibattito verso un’azione comunitaria per la lotta al terrorismo. Il Vecchio Continente viene colpito direttamente nel 2004 a Madrid. In seguito a tale attacco, una prima reazione interamente europea prende forma con la firma dell’EU Plan of Action on Combating Terrorism. Tuttavia, tale misura risulta essere molto debole in quanto il progetto non prenderà mai vita. L’idea di creare un fondo comunitario per finanziare la lotta al fenomeno terroristico faticherà a prendere campo, ma Bruxelles deciderà comunque di istituire la prima figura istituzionale europea di coordinamento in materia: nasce infatti il Counter-Terrorism Coordinator[2].

Non vi è alcun dubbio che dal 2004 ad oggi la struttura e la burocrazia europea in chiave anti-terroristica si sia ingrandita, anche se la spesa comunitaria per le agenzie che lavorano in materia non risulta essere la voce più gravosa sulla spesa pubblica europea in materia di sicurezza[3]. L’analisi di tali costi e della loro evoluzione nel tempo merita particolare attenzione.

L’European Police Office, più comunemente nota come Europol, è l’agenzia che a livello europeo occupa un ruolo di primo piano per il contrasto al fenomeno terroristico. Nata nel 1999, diventa parte integrante dell’Unione Europea in seguito al Trattato di Lisbona del 2007. Essendo direttamente finanziata dall’Unione Europea, le sue operazioni conoscono una forte espansione, così come il suo budget  che passa da 53 a 68 milioni di euro nel periodo 2002-2009[4]; nel 2016 raggiunge il tetto dei 100 milioni, mentre le risorse approvate per il 2018 superano i 122 milioni di euro[5]. L’aumento delle spese è giustificato anche dall’apertura di un nuovo ufficio al suo interno: l’European Counter-Terorrism Centre, un centro operativo e hub di esperti per rafforzare la risposta contro la minaccia terroristica. In parallelo a quelle della polizia europea, anche le attività e il ruolo di Eurojust[6] – organismo nato per sostenere e rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali per combattere la criminalità all’interno dell’Unione – sono accresciute nel tempo e, proprio come Europol, hanno comportato un consistente aumento del budget passando dai circa 2.8 milioni di euro nel 2002 ai 47.8 nel 2017[7].

Poiché non è prevista un’apposita voce riguardante le risorse messe in campo per contrastare il fenomeno terroristico, è necessario basarsi sulle ultime stime ufficiali per tracciarne un quadro generale. Per esempio, tra il 2002 e il 2009 Bruxelles ha registrato un aumento di oltre 85 milioni di euro per le questioni relative alla sicurezza interna, passando dai 5.7 milioni spesi nel 2002 ai 93.5 del 2009[8]; in aggiunta, le spese che nel budget comunitario ricadono sotto la voce “Security and Citizenship” hanno conosciuto un aumento di quasi un miliardo e mezzo di euro tra il 2015 e il 2016[9]. Un notevole cambiamento si è registrato inoltre anche sul piano degli investimenti pluriennali. Il Multiannual Financial Framework (MFF), strumento per la gestione dell’utilizzo dei fondi europei in aree specifiche, ha incluso per il periodo 2007-2013 un programma dal costo di 140 milioni per la protezione di cittadini e infrastrutture in caso di attacco[10].

Per il periodo 2014-2020, la Commissione Europea ha deciso di dotarsi di un nuovo fondo, l’Internal Security Fund (ISF), dotato di un budget totale di 3.8 miliardi di euro. Formato da due componenti, l’Internal Security Fund – Police (ISFP) e l’Internal Security Fund – Borders (ISFB),  l’ISF elenca tra i propri obbiettivi il rafforzamento della sicurezza all’interno dei confini europei, trattando quindi anche il contrasto del terrorismo[11].

Questi numeri non sorprendono e, secondo l’Istituto Affari Internazionali, fanno parte di una tendenza globale che vede la ripresa dell’aumento della spesa legato al settore della difesa e sicurezza[12]. L’esposizione dei paesi europei al rischio di attacco, inoltre, costringe Bruxelles, che investe in politiche anti-terroristiche anche per rispondere alle crescenti preoccupazioni dei cittadini sempre più sensibili ai temi legati alla sicurezza, a dimostrare un concreto impegno nel voler gestire la minaccia[13]. Tale concetto è stato ribadito lo scorso ottobre attraverso la presentazione dell’undicesimo Security Union Report della Commissione Europea, un pacchetto di misure volto sia a rafforzare le operazioni già in atto sia a curare nuovi aspetti relativi al contrasto al terrorismo. Tra questi figurano la protezione degli spazi pubblici ed il dialogo con Stati extra-europei che condividono con quelli europei preoccupazioni e necessità di fornire risposte adeguate ed efficienti a tali minacce[14].

L’evoluzione delle politiche europee sulla lotta al terrorismo negli ultimi anni hanno ottenuto dei risultati positivi, ma l’aumento della spesa pubblica per le misure di contrasto al terrorismo non si è ancora tradotto in una diminuzione delle potenziali attività terroristiche all’interno dei confini del Continente. Nuovi studi sull’effettivo costo di queste politiche sono in corso e gli esiti di tali ricerche potrebbero incidere fortemente sulle prossime scelte dell’Unione Europea in merito alle politiche anti-terroristiche[15].

 

Note:

[1] Il picco storico è stato raggiunto nel 2016, per un valore di 104 miliardi di dollari. Il report non tiene in considerazione la spesa pubblica globale destinata al contrasto del fenomeno terroristico, ma stima i costi diretti e indiretti del terrorismo sulle economie nazionali. Cfr. Global Terrorism Index 2017. Institute for Economics & Peace.

[2] http://www.consilium.europa.eu/en/policies/fight-against-terrorism/counter-terrorism-coordinator.

[3] Estimated Costs of EU Counter-Terrorism Measures. Policy Department C: Citizens’ Rights and Constitutional Affairs. Directorate-General for Internal Policies, 2011, p. 2.

[4] Nel 2010 è stato stimato che circa il 9% dell’intero budget di Europol venisse utilizzato in operazioni legate al contrasto del terrorismo. Ibid. p. 52.

[5] Prevention, Preparedness and Consequence Management of Terrorism and Other Security-Related Risks’ (CIPS). Counter-Terrorism Funding in the EU Budget. Parlamento Europeo, aprile 2016. Europol Final Budget and Staff Establishment Plan 2018.

[6] Eurojust, The European Union’s Judicial Cooperation Unithttp://www.eurojust.europa.eu/pages/languages/it.aspx .

[7] Report on the Financial Statements of Eurojust for the Financial Year 2002. Official Journal of the European Union. Statement of Revenue and Expenditure of Eurojust for the Financial Year 2017. Official Journal of the European Union.

[8] Estimated Costs of EU Counter-Terrorism Measures.

[9] Secondo il documento ufficiale si è passati da 2522 milioni nel 2015 a 4052 milioni nel 2016. Prevention, Preparedness and Consequence Management of Terrorism and Other Security-Related Risks’ (CIPS). Counter-Terrorism Funding in the EU Budget. Parlamento Europeo, aprile 2016.

[10] Ibid. p. 5.

[11] Il budget a disposizione dell’ISFP per gli anni 2014-2020 supera il miliardo di euro. https://ec.europa.eu/home-affairs/financing/fundings/security-and-safeguarding-liberties/internal-security-fund-police_en.

[12] Defence Bugdets and Cooperation in Europe: Developments, Trends and Drivers. Istituto Affari Internazionali, gennaio 2016.

[13] Eurobarometro: i cittadini europei trovano inadeguati le azioni adottate da Bruxelles contro il terrorismo ed altre questioni considerate come le più urgenti. http://www.europarl.europa.eu/atyourservice/en/20170426PVL00115/Two-years-until-the-2019-European-Elections.

[14] Security Union: Commission Presents New Measures to Better Protect EU Citizens. Comunicato stampa della Commissione Europea, 18 ottobre 2017. http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-3947_en.htm.

[15] Information Sharing on Counter-Terrorism in the EU Has Reached an All-Time High. Comunicato stampa di Europol, 30 gennaio 2017. https://www.europol.europa.eu/newsroom/news/information-sharing-counter-terrorism-in-eu-has-reached-all-time-high. Il think thank Rand Corporation è stato incaricato dalla Commissione Europea di redigere un nuovo studio sul costo del terrorismo in Europa. https://www.rand.org/randeurope/research/projects/the-cost-of-terrorism-in-europe.html.

 

Sitografia:

 

Damiano Messina.

 

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