GIANMARCO RABANI | Il punto cruciale del XIV° Piano Quinquennale 2021-2025 discusso nell’autunno del 2020 e approvato nella primavera del 2021 dal 19°Comitato del Partito Comunista Cinese, riguarda il rinnovamento della politica economica della Nazione, coincidente con la cosiddetta Dual Circulation Strategy.
Tuttavia, non si tratta di una strategia improvvisata e dettata soltanto dal momento storico che stiamo attraversando, sebbene il Presidente Xi Jinping l’abbia annunciata per la prima volta nel maggio 2020.
Per comprenderla è opportuno partire dal 2008, quando di fronte alla grande crisi economica iniziata negli USA[i], il Governo di Pechino, che fino ad allora aveva deciso di perseguire una politica economica basata sull’export di prodotti a prezzi ultra-competitivi, frutto di costi di manodopera molto bassi, decise di tutelarsi dalla contrazione della domanda di prodotti mondiale, promuovendo uno stimolo fiscale del valore di 4.000 miliardi di renminbi[ii], che riuscì a compensare il calo delle esportazioni grazie a investimenti pubblici soprattutto nei settori delle infrastrutture e delle costruzioni.
Ne conseguì un aumento del debito pubblico, unito ad una grave crisi di sovraccapacità industriale proprio nei settori beneficiari degli investimenti pubblici, ragion per cui, nei primi anni della sua leadership, Xi Jinping[iii] si trovò di fronte ad una situazione economica con bassi tassi di crescita del PIL, con poco spazio per stimoli fiscali e comunque, ancora troppo dipendente, da una domanda aggregata internazionale di prodotti molto instabile.
La risposta dell’attuale presidente della Repubblica Popolare fu quella di puntare su un nuovo modello di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato detto “new normal”, il quale prevedeva una crescita “quality oriented”, per stimolare la domanda interna di consumi con conseguente miglioramento della qualità della vita, a scapito di tassi di crescita più contenuti; il PIL dunque cessò di essere l’unico indicatore per misurare lo stato dell’economia cinese.
Neppure le tensioni commerciali con gli Stati Uniti iniziate con l’Amministrazione Trump, che stanno portando ad un decoupling[iv] sempre più evidente tra le due economie, né tantomeno la crisi pandemica globale, sembrano aver stravolto i piani del gigante asiatico; anzi, sembrerebbero aver rafforzato le sue convinzioni, di fatto la Dual Circulation Strategy appare come lo step successivo per portare a compimento i piani varati a metà del decennio scorso.
Il concetto chiave è la rappresentazione dell’economia cinese come interazione tra due dimensioni: la circolazione esterna, ovvero l’interscambio e il flusso di capitali in entrata e in uscita e la circolazione interna, i consumi domestici e la qualità della produzione. Secondo tale interpretazione, nei primi decenni dall’avvio delle riforme economiche, Pechino aveva fatto affidamento soprattutto sulla circolazione esterna e produzione a basso costo orientata all’export, mentre ora sarebbe il momento di dare maggiore peso alla circolazione interna, dunque consumi interni e miglioramento della qualità della produzione.
I settori chiave su cui si articola la Dual Circulation Strategy sarebbero tre: tecnologico, energetico ed alimentare. Il settore tecnologico è stato definito quello più importante del nuovo piano. La Cina intende istituire un sistema tecnologico nazionale investendo in intelligenza artificiale e circuiti integrati, diminuendo fortemente la dipendenza da Paesi occidentali per la produzione di strumenti di alta tecnologia.
Per quanto riguarda il settore energetico, a causa di tensioni geopolitiche che avrebbero limitato l’import di risorse energetiche[v], la Cina avrebbe deciso di puntare di più su alternative sostenibili ed energie rinnovabili.
Per il terzo ed ultimo settore, quello alimentare, si prevede che nei prossimi anni la Cina possa subire un deficit di produzione agricola, a causa dell’urbanizzazione avvenuta negli ultimi decenni, dove molti abitanti delle zone rurali hanno abbandonato le campagne per essere assunti nelle fabbriche cittadine, provocando mancanza di manodopera per le attività agricole; la preoccupazione si estende quindi alla stabilità sociale in quanto, se effettivamente si verificasse una carenza alimentare, questa andrebbe ad incidere sui prezzi dei prodotti, causando carestie.
Sul piano internazionale, la Dual Circulation Strategy sembrerebbe portare ad un processo di de-globalizzazione e di autarchia, in realtà è solo un potenziamento del mercato interno, perfettamente coesistente con quello esterno, per questo la Cina ha ampliato la possibilità di entrare nel mercato cinese agli investitori stranieri che possono beneficiare di maggiori opportunità, di politiche più aperte e di più ampia copertura degli strumenti finanziari. Nel frattempo, la Cina continuerà a proporre iniziative che sostengono globalizzazione e multilateralismo, come ad esempio la Nuova Via della Seta volta al miglioramento di una connessione internazionale con i paesi euro-asiatici.
Sullo sfondo però rimangono dei dubbi circa la strategia Zero Covid, mai abbandonata dal governo cinese dall’inizio della pandemia, mettendo intere città in lockdown anche con pochi casi, generando interruzioni sulle catene di approvvigionamento nazionali e globali, con tanto di frontiere chiuse, quindi l’impossibilità anche da parte di potenziali investitori di compiere viaggi d’affari e meeting in presenza, comprese fiere di settore.
Un’altra questione che rimane aperta è quella energetica, se è pur vero che la Cina, con la Dual Circulation Strategy ha deciso di puntare fortemente su energie rinnovabili, resta il fatto che tali fonti energetiche vanno ad aggiungersi, non a sostituirsi, a quelle tradizionali.
Allo stesso tempo, gli andamenti delle importazioni di greggio, così come la capacità di raffinazione, sarebbero in crescita secondo un rapporto dell’IEA del 2020[vi], e la capacità estrattiva domestica, altamente intensiva energeticamente e in termini di emissioni di CO2, si espanderà gradualmente.
Ciò porta a pensare che il governo di Pechino preveda un sostanziale aumento del consumo di derivati del petrolio nei prossimi anni cercando di fronteggiare la forte incertezza dei mercati internazionali, aumentando il ruolo di protagonista sui mercati petroliferi, soprattutto se l’industria del fracking[vii] americana non riuscisse a ripartire, dopo il duro colpo inferto dal covid.
L’occidente sarebbe in grado di reggere un confronto del genere o rimarrebbe schiacciato dalle aspirazioni economiche di una potenza in continuo sviluppo?
SITOGRAFIA
- Filippo Fasulo, Il senso della Dual Circulation Strategy, Aspenia Online, 27 marzo 2021;
– Tea Maffei, Cina: Dual Circulation, la nuova strategia economica di Xi, Geopolitica.info, 1° novembre 2020; https://geopolitica.info/cina-dual-circulation-la-nuova-strategia-economica-di-xi/
– Il Post, La Cina ha ripreso la strategia “Zero Covid”, 23 dicembre 2021;
https://www.ilpost.it/2021/12/23/cina-lockdown-xian-restrizioni-coronavirus/
– Tina Zhang, Il New Normal, di cosa si tratta, 5 luglio 2019; https://bridgingchinagroup.com/new-normal/
– Davide Furno’, Dual circulation strategy, 17 settembre 2021, Economia Italia;
– Niccolò Ellena, La Cina e il nuovo piano quinquennale 2021-2025, 12 Novembre 2020;
– Michele Manfroni, La Dual Circulation Strategy cinese: un possibile brutto colpo per l’agenda climatica globale; 4 febbraio 2021
[i] La grande crisi finanziaria 2007-2008. Cfr https://www.orizzontipolitici.it/la-crisi-del-2008-le-cause-ma-soprattutto-gli-effetti/
[ii] Denominazione ufficiale della moneta cinese, per approfondimenti https://www.treccani.it/enciclopedia/renminbi
[iii] Xi Jinping diventa Presidente cinese nel marzo 2013. Cfr https://www.treccani.it/enciclopedia/xi-jinping
[iv] Disaccoppiamento. Per maggiori info https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cina-usa-il-decoupling-e-davvero-possibile-24899
[v] La Cina non ha subito sanzioni soltanto a livello di dazi ma anche a causa del trattamento che avrebbe riservato alle minoraze uigure della regione dello Xinjiang e del Tibet. Per approfondimenti https://www.repubblica.it/esteri/2021/12/11/news/usa_sanzioni_corea_del_nord_cina_myanmar-329772831/
[vi] https://www.efficienzaenergetica.enea.it/vi-segnaliamo/rapporto-iea-world-energy-investments-2020-gli-investimenti-energetici-globali-aumenteranno-di-nuovo-nel-2021-ma-rimangono-lontani-da-un-percorso-verso-le-emissioni-nette-zero.html
[vii] Il fracking è una tecnologia per estrarre il petrolio, nota anche come fratturazione idraulica. Molto discussa in tutto il mondo, comporta non a caso notevoli rischi ambientali. Per maggiori info https://www.tuttogreen.it/fracking-cose/
Rispondi