MARCO MALDERA | Nella seconda metà di giugno 2022 la Cina ha ulteriormente acceso su di sé i riflettori per i grandi risultati raggiunti e comunicati dal punto di vista del progresso tecnologico. In particolare, in poche settimane ha:
- inaugurato la sua terza portaerei, la prima interamente progettata e costruita in Cina;
- svolto il volo inaugurale per il suo primo aereo cargo senza pilota;
- lanciato la sua prima nave porta-droni.
In merito alla portaerei, questa è la prima a disporre di un sistema con catapulta magnetica per il decollo degli aerei ed è chiamata Fujian[i]. Essa prende il nome della provincia che si affaccia direttamente su Taiwan, considerata provincia ribelle che deve essere riannessa alla Cina continentale – anche con la forza, se necessario – entro il 2049, anno in cui verrà celebrato il centenario della Repubblica Popolare[ii]. Benché la data per l’entrata in servizio non sia stata ancora annunciata, l’unità è la prima a competere per dimensioni, tecnologie e armamenti con quelle degli Stati Uniti e, a tal proposito, le immagini della portaerei arrivano in un momento molto delicato nelle relazioni tra i due Paesi proprio in merito a Taiwan.
Ad ogni modo, benché i tre punti siano di indiscussa rilevanza, sono gli ultimi due a meritare particolare attenzione, soprattutto per la tecnologia che vi sottende: il controllo remoto e l’intelligenza artificiale.
Pochi giorni fa, infatti, l’Aviation Industry Corporation of China ha annunciato che il cargo senza pilota Tp500, il primo di grandi dimensioni sviluppato in Cina con questa tecnologia, ha completato con successo il proprio volo inaugurale. Il Tp500 è una piattaforma di trasporto senza pilota per uso generale capace di trasportare grandi carichi, con portata massima di 1.800 km[iii].
Continuando sull’onda del controllo da remoto, ma aggiungendo anche l’elemento dell’intelligenza artificiale (IA), Pechino ha varato la Zhu Hai Yun, prima nave porta-droni gestita da tale tecnologia e prima imbarcazione al mondo di questo genere. Lunga quasi 90 metri, dispone di un sistema di intelligenza artificiale che le consente di trasportare un totale di 50 droni (aerei, di superficie e sommergibili) che possono essere lanciati e recuperati autonomamente. La sua costruzione è iniziata meno di un anno fa – quindi la consegna è avvenuta in tempi record – con tutti i suoi componenti principali (quali propulsione, sistemi di supporto alle operazioni di rilevamento e sistema di IA personalizzato) studiati e sviluppati in modo indipendente in Cina. La nave dovrebbe finire le sue prove in mare ed essere consegnata entro la fine dell’anno[iv]. Tale imbarcazione sarà rilevante dal punto di vista scientifico, come indicato da Dake Chen, esponente della Scuola di Oceanografia dell’Accademia cinese delle Scienze: «Questa imbarcazione sarà utilissima anche per il campo accademico, dal momento che questo tipo di veicoli a guida autonoma potrebbe potenzialmente raggiungere delle aree di mare mai esplorate prima, anche pericolose e inospitali, senza il rischio di coinvolgere vite umane»[v]. Rispetto alla già menzionata rilevanza nell’ambito delle scienze, l’utilizzo che tuttavia fa emergere maggiori preoccupazioni è quello bellico, dato il delicato momento storico per tutto il contesto internazionale. Lo sviluppo da parte della Cina di droni marittimi potrebbe far parte dei suoi sforzi per sconfiggere la strategia difensiva di Taiwan. Infatti, questi droni possono essere dotati di tecnologia a rete laser, che dà a ogni singolo drone la possibilità di comunicare con tutti gli altri presenti nello sciame, dando a quest’ultimo tanti “occhi” quanti sono i droni al suo interno[vi].
Lo sviluppo di droni subacquei senza pilota (unmanned underwater vehicle, UUV) e sottomarini dotati di IA non è nuovo per Pechino, che già diversi anni fa stava costruendo a cinque chilometri di profondità la prima base cinese per droni oceanici, i cui progressi procedono di pari passo con la produzione di una nuova serie di grandi sottomarini senza pilota (extra-large unmanned underwater vehicles, XLUUV). Questi ultimi sono operativi dai primi mesi del 2020 e – anch’essi dotati di IA – saranno in grado di svolgere una varietà di missioni, anche di natura militare[viii].
Rilevante e ricorsivo, come già visto nel caso della nave porta-droni, è che questi natanti possono essere utili sia nel mondo accademico sia in quello militare, come nel caso degli XLUUV.
Nell’attuale progetto di sviluppo di Xi Jinping, grande regista della profonda trasformazione cinese, un ruolo fondamentale è infatti giocato dalla costante, articolata e qualificata collaborazione esistente tra mondo civile e militare. La politica di integrazione di queste due sfere, che prende il nome di “civil-military fusion policy” (MCF), è una vera e propria strategia nazionale che punta a consolidare un sistema di vasi comunicanti tra le due realtà, caratterizzato dall’impiego combinato di ricercatori civili in campo militare e militari in quello civile e dal conseguente sviluppo di tecnologie “dual use”.
Tale processo, tuttavia, come da caratteristica cinese di progettazione sul lungo periodo, è il prodotto delle volontà politiche di tutti i predecessori di Xi, a partire da Mao Zedong (con cui nasce l’idea di esercito di popolo). Dal 2017 l’Accademia delle Scienze Militari, in stretta osservanza delle direttive provenienti dal livello politico, gestisce direttamente il processo di trasformazione. Il Governo di Pechino incentiva inoltre con importanti finanziamenti la collaborazione e gli investimenti del privato in tecnologie di interesse anche militare, senza soluzione di continuità tra comparti. La formula adottata da Pechino, di stretta interrelazione civile-militare, si sta rivelando vincente nella gara tecnologica col competitor americano e con gli altri paesi occidentali o comunque democratici,[ix].
Progressi tecnologici e integrazione civile-militare sono chiaramente perseguiti anche da altri Stati, grandi o piccoli che siano. Eppure le rivendicazioni di Pechino sul Mar cinese meridionale[x] e la sua attività nell’Oceano Indiano[xi], tra le altre cose, rendono la Cina un’osservata speciale. A questo si aggiunge il fatto che le navi a guida autonoma, benché recenti, non sono una novità nel panorama internazionale. Ciononostante, va considerato che tale tecnologia sta avanzando molto più velocemente della legislazione attualmente in vigore, dacché le odierne convenzioni sono nate prima ancora che navi senza equipaggio fossero ipotizzabili. Per questo non mancano le preoccupazioni sia per la necessità di adottare delle risoluzioni che regolino la navigazione includendo la guida da remoto, sia per la responsabilità giuridica su natanti che non presentano equipaggio. Infine, l’aspetto della sicurezza non va trascurato, in considerazione delle enormi dimensioni delle navi che solcano gli oceani[xii].
[i] Cina, ecco la portaerei Fujian. Pechino lancia l’unità navale con la catapulta magnetica, 17 giugno 2022
https://www.quotidiano.net/esteri/cina-portaerei-fujian-1.7793172
[ii] Maldera Marco, I 70 anni della Repubblica Popolare Cinese: la storia proiettata nel futuro?, 17 ottobre 2019,
[iii] China-developed TP500 unmanned freighter makes maiden flight, June 18th, 2022,
https://english.news.cn/20220618/34fe2e6214834e64a6695c58b7f48a2d/c.html
[iv] Gagliano Giuseppe, La Cina ha lanciato la prima nave portaerei di droni gestita dall’intelligenza artificiale al mondo. L’articolo di Giuseppe Gagliano, 04 giugno 2022,
[v] Nicolao Lorenzo, La Cina lancia la prima «portadroni», nave a guida autonoma che controlla 50 velivoli senza l’intervento umano, 08 giugno 2022,
[vi] Gagliano Giuseppe, La Cina ha lanciato la prima nave portaerei di droni gestita dall’intelligenza artificiale al mondo. L’articolo di Giuseppe Gagliano, 04 giugno 2022,
[vii] Tahir Tariq, Inside China’s world-first AI drone mothership that could launch secret ‘bot swarm’ attacks on US Navy June 1st, 2022
https://www.thesun.co.uk/news/18740952/china-drone-mothership-attacks-us-navy/
[viii] Vecchio Antonio, Cina: droni sottomarini “intelligenti” e maneggevoli come aerei, 28 agosto 2019,
[ix] Vecchio Antonio, Cina: la “fusione militare-civile” per vincere la prossima sfida con gli Usa, 03 luglio 2020,
[x] Maldera Marco, Cyber-attacks and hybrid challenges in the South China Sea, January 2018,
[xi] Frascà Domenico, La proiezione cinese nell’Oceano Indiano come vettore d’instabilità geopolitica della regione, 01 ottobre 2018,
[xii] Maldera Marco, Le navi a guida autonoma prendono il largo: prospettive e rischi da mitigare, 21 febbraio 2021
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