Gli USA e la geopolitica del “Nessun Ripensamento”

CRISTIAN MORELLI | Non sono passati tre mesi che la nuova amministrazione democratica americana ha già confermato molte delle policy dell’ex Presidente Trump: nessun ripensamento verso gli enormi vantaggi offerti allo Stato di Israele, massima pressione sull’Iran per la questione nucleare e sulla Cina per la questione commerciale. Notoriamente nel passaggio di consegne da un Presidente all’altro la politica estera non subisce quasi alcun effetto, e di fatti è possibile notare la stessa cosa anche adesso. Quali sono le convenienze geopolitiche degli USA per mantenere ciò che è già stato creato? E ciò come impatterà sul futuro della propria strategia geopolitica nei prossimi quattro anni?

Il disgelo tra USA e Cina è ancora lontano: a dimostrarlo è il summit della discordia in Alaska

RITA MIRCHIONI | I colloqui ad Anchorage (Alaska) tra il Segretario USA Antony Blinken e la diplomazia cinese si trasformano in un reciproco scambio di accuse, con tanto di rissa diplomatica davanti alle telecamere di tutto il mondo. Ora è chiaro: con Biden al posto di Trump, Usa e Cina restano nemici. Tuttavia, fonti americane hanno assicurato che i successivi colloqui a porte chiuse sono stati più seri e rispettosi.

Il ruolo del Sudan nel processo di normalizzazione con Israele

LORENZO VILLANI | La caduta del regime autoritario di Omar al-Bashir ha rappresentato un punto di discontinuità nella storia del Sudan. Dal 2019, infatti, il Paese è tornato ad affacciarsi sul panorama globale. Tale ritorno sulla scena internazionale è caratterizzato da molteplici peculiarità e sfide che il Sudan è chiamato ad affrontare. Fra queste, il processo di ricostruzione di una rete di legami internazionali rappresenta una componente fondamentale. Il governo di transizione, chiamato a guidare il Paese nella fase post-rivoluzionaria, ha iniziato a muovere i primi passi inserendosi all’interno del processo di normalizzazione con Israele. Tale processo, però, mostra numerose ambivalenze e contraddizioni che emergono soprattutto in rapporto al tessuto sociale e al contesto storico del Paese.

L’ultima sfida globale: le grandi foreste naturali

COSIMO MENEGUZZO, FRANCESCO MENEGUZZO | La distruzione delle foreste naturali ha accompagnato la storia dell’Uomo fino ad oggi. Insediamenti urbani, infrastrutture, raccolta di legname, nuovi pascoli e, infine, la rivoluzione industriale hanno permesso la straordinaria espansione demografica sul nostro pianeta. Uno sviluppo che, tuttavia, sottende costi e rischi rimasti ignoti fino ad oggi. Ogni sfida geopolitica, ogni equilibrio di potenza perde di senso quando il destino della Cina dipende da quello delle foreste russo-scandinave.

La questione del Kashmir ai tempi della Belt and Road Initiative (BRI)

Dopo l’attentato terroristico del 14 febbraio scorso, la tensione nella regione del Kashmir ha nuovamente raggiunto livelli pericolosi. Alla tradizionale contesa nella regione si uniscono però anche le frizioni legate alla realizzazione del China-Pakistan Economic Corridor (CPEC), il cui tragitto passa necessariamente nel territorio conteso, rendendo la situazione ancora più critica.

Stati Uniti contro Cina: il gioco di due grandi potenze

Dopo il lungo periodo definito da alcuni il “Secolo Americano”, caratterizzato da un assetto unipolare nato a seguito del crollo dell’Unione Sovietica, possiamo parlare di un nuovo bipolarismo tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese? L’innegabile trasformazione della Cina, da paese agricolo sottosviluppato a grande attore dell’economia e della politica mondiale, sfida il predominio militare e tecnologico, strategico ed economico consolidato di un’America “gendarme” non solo dell’emisfero occidentale, ma anche di quello orientale.

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